Negli scorsi giorni è stato il 93° compleanno di Gaetano Forni, uno dei protagonisti della museografia etnografica italiana del secondo dopoguerra.
Lo dimostrano, tra l’altro, le conoscenze offerte da quello che rimane uno degli strumenti fondamentali della museologia del settore DEA: la Guida ai musei ertografici italiani (Olschki, 1997) scritta con Francesca Pisani e Roberto Togni. Le notizie raccolte sui musei, spesso di prima mano, testimoniano il rigore e l’impegno di uno dei fondatori di SIMBDEA, punto di riferimento costante e generoso per chi opera in particolare - ma non solo - nei musei etnografici lombardi, con le sue ricerche sulla storia dell’agricoltura e della cultura materiale oltre che con la vastità dei suoi interessi, che non è esagerato definire enciclopedica.
L’entusiasmo di Forni e il suo atteggiamento costantemente positivo nei confronti di ogni impresa museale e di divulgazione scientifica si coniugano, inoltre, con una disponibilità discreta e ironica nel contribuire alle discussioni che animano convegni e riunioni organizzative, per lo sviluppo della ricerca e per il consolidamento dei musei e del loro ruolo nella società.
Per i giovani studiosi che non hanno avuto occasione di incontrare Gaetano e di conoscerlo, vale la pena di fare un minimo accenno alla sua richissima biografia scientifica.
Forni è direttore del Centro Studi di Museologia Agraria Francesca Pisani presso il Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura. Di questo Museo, sito presso l'Università degli Studi di Milano e con sede espositiva nel castello visconteo di Sant'Angelo Lodigiano, è stato cofondatore
e direttore per un ventennio. Honorary member (1995) dell'AIMA (Unesco) ha tenuto corsi universitari in Svizzera e in Olanda (Groeningen). Accademico dei Georgofili e membro del Consiglio Direttivo della Rivista di Storia dell'Agricoltura è autore di oltre 300 pubblicazioni
di argomento archeo-antropologico-agrario ed è insignito di diverse onoreficenze internazionali e nazionali.
Detto questo, auguriamo a Gaetano di continuare a lungo con la stessa lucidità di sempre il suo lavoro scientifico, mantenendo una cordialità nei rapporti umani che è merce rara tra gli studiosi del suo livello.