La storia del Museo internazionale delle marionette è indissolubilmente legata al suo fondatore, Antonio Pasqualino, medico chirurgo e insigne antropologo di Palermo, e alla moglie Janne Vibaek.
Nel 1965 i due studiosi costituirono a Palermo l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, insieme ad eminenti figure del panorama culturale nazionale tra cui gli antropologi Antonino Buttitta, Carmelina Naselli, Giuseppe Bonomo e Aurelio Rigoli. Scopo dell’Associazione era la salvaguardia, promozione e rivitalizzazione delle tradizioni popolari siciliane e in particolare dell’opera dei pupi in un periodo di profonda crisi per questa pratica teatrale.
La trasformazione economica e sociale dell’Italia e della Sicilia a metà del secolo scorso provocò infatti l’allontanamento del pubblico tradizionale dell’opera dei pupi – prevalentemente composto da uomini delle classi sociali più basse – che iniziarono a non riconoscersi più nei modelli veicolati dalle storie e dai personaggi protagonisti degli spettacoli. Svuotati del pubblico tradizionale, i pupari di tutta la Sicilia iniziarono a chiudere i lori teatri alla ricerca di attività più proficue, spesso vendendo, svendendo o regalando i loro cosiddetti “mestieri”, ovvero l'insieme degli oggetti necessari per la messa in scena degli spettacoli.
Dopo dieci anni di intensa attività, l’Associazione fondò nel 1975 il Museo internazionale delle marionette con lo scopo di restituire alla cittadinanza il patrimonio che nel frattempo Antonio Pasqualino aveva acquisito: un mestiere di opera dei pupi di scuola palermitana, appartenente alla storica famiglia Canino, e uno di scuola catanese, proveniente dal teatro di Natale Meli. Sin da subito si coniugò l’attività prettamente museografica di conservazione e salvaguardia del patrimonio, con una intensa attività teatrale. Fu organizzata la prima Rassegna dell’opera dei pupi a cui annualmente venivano invitati a partecipare pupari da tutta la Sicilia.
La Mission. L’obbiettivo era rinsaldare il rapporto tra i marionettisti siciliani e il pubblico favorendo così la trasmissione – ancora oggi affidata all'oralità – del vasto patrimonio di conoscenze di cui essi erano e sono depositari. Nel 1985, la Rassegna dell'opera dei pupi divenne Festival di Morgana aprendosi a tradizioni del teatro di figura di altri Paesi del mondo e all'arte contemporanea. Ancora oggi annualmente il Museo organizza il Festival di Morgana, invitando compagnie tradizionali e contemporanee dall'Italia e dall'estero e integrando i programmi teatrali con attività correlate tra cui mostre, convegni e laboratori didattici. L'adozione di un approccio interculturale fondato sullo scambio con marionettisti stranieri e studiosi mirava a rendere i pupari siciliani, la cittadinanza e le istituzioni maggiormente consapevoli del valore di questo patrimonio orale e delle abilità performative e artigianali connesse. Situato oggi all’interno del palazzo settecentesco dell'ex Hotel de France, il Museo ospita una vasta collezione di circa cinquemila opere: marionette, burattini, ombre, automi e macchine sceniche da tutto il mondo.
ICH. L’impegno del Museo nella salvaguardia e promozione delle tradizioni popolari, con particolare riferimento al teatro delle marionette siciliane, si è esplicitato nel supporto alla candidatura presso l’UNESCO dell’opera dei pupi siciliana. Nel maggio 2001, l’opera dei pupi è stata proclamata dall’UNESCO Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità.
In virtù delle comprovate competenze nel campo della ricerca e lo studio del patrimonio immateriale, l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari è stata accreditata quale organizzazione non governativa consulente del Comitato Intergovernativo del Patrimonio Culturale Intangibile UNESCO, con il numero di iscrizione NGO-90316, in occasione della quinta sessione dell’Assemblea Generale degli stati aderenti alla Convenzione UNESCO svoltasi a Parigi dal 2 al 5 giugno 2014.
Inoltre il 21 dicembre 2015, l’Associazione è stata iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con il codice identificativo 61993JYI.
Inoltre, a ottobre 2017, il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino ha ricevuto il Premio ICOM Italia come Museo dell'anno.
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