Sabato 21 alle 17 alla Casa della Memoria e della Storia (via San Franceco di Sales 5), il Circolo Gianni Bosio presenta un incontro particolarmente interessante sia per il contesto della difficile realtà sudafricana di questi giorni,m sia per i problemi specifici del rapporto fra musei, comunità e memoria.
Il District Six Museum di Cape Town (Sud Africa).
Incontro con la curatrice Bonita Bonner.
District Six era il nome con cui era conosciuto il Sesto Distretto Municipale di Cape Town, in Sud Africa, fin dal 1867. Nato come comunità mista di schiavi liberati, marinai, mercanti, artigiani, operai e immigranti, District Six era un vivacissimo centro di vita e di cultura con stretti legami con la città e il suo porto. Ma all’inizio del ventesimo secolo comincia na storia di espulsioni, deportazioni e marginalizzazione.
I primi ad essere “trasferiti” furono i sudafricani neri, espulsi forzatamente dal quartiere nel 1901. A mano a mano che i più agiati si spostavano verso i sobborghi, District Six diventò il settore abbandonato di Cape Town.
Nel 1966, in base al Group Areas Act del 1950 (che separava le zone residenziali dei diverfsi gruppi “etnici”), District Six fu dichiarato territorio bianco. Nel 1982, la vita delle comunità era finite. 60 000 persone furono trasferite forzosamente verso zone deserte circostanti, appropriatamente chiamate Cape Flats (Piani del Capo) e le loro case a District Six furono abbattute dalle ruspe.
Il District Six Museum, fondato ne dicembre 1994, si fonda sulla memoria di queste esperienxe, e più in generale delle espulsioni e deportazioni. E’ un modello sdtraordnario di pratica museale attiva e propositiva, e anche un centro di quella resistenza che ha fatto fallire il progetto di colonizzare il District Six con nuovi residente bianchi. Negli ultimi anni, anzi, alcune case sono state ricostruite e assegnate alle famiglie che risiedevano nel quartiere prima della sua distruzione.