Antonino Uccello, creatore della “Casa museo”, fu poeta e antropologo. Nacque a Canicattini Bagni (Siracusa) nel 1922. Appena ventenne, maestro di scuola, emigrò in Brianza ove, lontano dalla sua Isola, sviluppò un crescente interesse verso il folklore e le tradizioni popolari. Impegnandosi inizialmente durante le vacanze trascorse nella sua terra d’origine, Uccello, consapevole dei rapidi cambiamenti sociali, economici e produttivi innescatisi nella Sicilia del dopoguerra, si attivò in numerose campagne di ricerca con la collaborazione della moglie Anna Caligiore; l’obiettivo era quello di documentare e acquisire quanto fosse legato alla cultura popolare del suo territorio: usi, tradizioni, oggetti, costumi, musiche, racconti, testimonianze, immagini. Dal 1957, per circa un trentennio a seguire, Uccello, in parallelo alla sua attività letteraria, organizzò fra la Sicilia e Milano numerose mostre su temi della cultura popolare, sovente accompagnate dalla produzione di cataloghi. Ritornato ad abitare in Sicilia, sentì la necessità di trovare una dimora per il materiale raccolto: acquisita un’antica casa a Palazzolo Acreide, fondò la Casa museo che porta il suo nome, inaugurandola il 26 settembre 1971.
“Abbiamo voluto aprire al pubblico un anti-museo: cioè una casa della civiltà contadina con ingresso libero a tutti, e usufruita come un servizio sociale. Una casa sempre mobile per il continuo fluirvi di collezioni, mostre, manifestazioni legate al territorio e a particolari momenti della vita civile e sociale (...)”.
Così, con le parole di Antonino Uccello, la descrizione di come venne pensata, organizzata e gestita la Casa museo fino al 29 ottobre 1979, data della sua morte. L’idea guida a fondamento della Casa museo fu quella di rendere disponibile, in modo unitario dal punto di vista espositivo, una serie di oggetti, luoghi e testimonianze appartenenti a un mondo legato a un’economia rurale ormai in fase di irreversibile trasformazione.
Lontano dalla volontà di creare un museo dei ricordi o delle nostalgie, Uccello concentrò la sua attenzione nell’allestimento di ambienti fortemente contestualizzati, capaci di indicare al visitatore le funzioni d’uso di quanto esposto. Non trascurò tuttavia di curare la versatilità di alcuni spazi espositivi adibendoli a luoghi dove far circolare esposizioni temporanee di differenti testimonianze del mondo popolare, talvolta richiamando il loro valore estetico ed artistico, talaltra proponendo letture dei loro più nascosti significati simbolici e comunicativi.
La Casa museo fu acquistata nel 1983 dalla Regione Siciliana e nell’attuale allestimento propone al visitatore, con rigoroso rispetto delle volontà del suo fondatore, l’assetto originario.