E' morto Tonino Guerra
21 marzo 2012
Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore di fama internazionale, nasce a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo del 1920. Nei primi anni’50 si trasferisce a Roma dove prende avvio la sua carriera di sceneggiatore, restando nella capitale fino al 1984 quando fa ritorno in Romagna. Dopo un breve periodo nella sua città natale sceglie come dimora Pennabilli, nel Montefeltro.
Inizia a comporre versi in lingua romagnola durante la prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf in Germania e parte di quelle poesie in lingua romagnola vengono raccolte nel primo libro I scarabocc del 1946 con la prefazione di Carlo Bo. Segue la raccolta I bu, con introduzione di Gianfranco Contini, che segna una svolta nella poesia italiana e lo proietta tra i grandi della poesia – si apre con lui la nuova stagione dei poeti neodialettali.
Come sceneggiatore lavora con i più grandi registi, Vittorio De Sica, Elio Petri, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Federico Fellini (nel 1973 esce Amarcord vincitore del Premio Oscar l’anno successivo), Michelangelo Antonioni, Theo Anghelopulos, Andrej Tarkovskij. Intanto continua la sua attività poetica e letteraria che abbraccia anche il teatro.
È artista a tutto tondo, dedicandosi anche alla pittura, alla scultura e all’ideazione artistica realizzando allestimenti, installazioni, mostre, parchi, fontane, in cui trasferisce la sua sconfinata creatività e genialità.
L’Università di Urbino, in cui si laurea in Pedagogia nel 1945, nel 2005 gli conferisce la Laurea ad honorem in Lettere, che va ad aggiungersi a quelle conferitegli in Francia, a Bordeaux, e in Russia, a Mosca e a San Pietroburgo. Nel 2010 l’Accademia di Belle Arti di Urbino gli conferisce il prestigioso premio Il sogno di Piero e nello stesso anno a Roma, gli viene consegnato quello che è considerato uno tra i più grandi riconoscimenti cinematografici, il David di Donatello alla Carriera.
L’ARIA
L’aria l’è cla ròba lizìra
ch’la sta datònda la tu tèst
e la dvénta piò cèra quant che t’róid.
L’ARIA
L’aria
è quella roba leggera
che
ti gira intorno alla testa
e
diventa più chiara quando ridi.
A M’ARCORD
Al so, al so, al so
che un om a zinquent’ann
l’à sempra al mèni puloidi
e me a li lèv do, tre volti e dè,
ma l’è sultènt s’a m vaid al mèni sporchi
che me a m’arcord
ad quand ch’a s’era burdèll.
IO MI
RICORDO
Lo so, lo so, lo so
che
un uomo a cinquant’anni
ha
sempre le mani pulite
e io
me le lavo due o tre volte al giorno,
ma è
soltanto quando mi vedo le mani sporche
che
io mi ricordo
di
quando ero ragazzo.
LA FARFÀLA
Cuntént própri cuntént
a so stè una masa ad vólti tla vóita
mó piò di tótt quant ch’i m’ a liberè
in Germania
ch’a m’ so mèss a guardè una farfàla
sénza la vòia ad mangnèla.
LA FARFALLA
Contento proprio contento
sono
stato molte volte nella mia vita
ma
più di tutte quando mi hanno liberato
in
Germania
che
mi sono messo a guardare una farfalla
senza
la voglia di mangiarla.