DONNE DEL SUD DEL MONDO

DONNE DEL SUD DEL MONDO 
CUORE DI IMPRESE, INTEGRAZIONE ED ECONOMIA SOLIDALE

Dove: Castello D’Albertis – Museo delle Culture del Mondo 
Quando: 19 gennaio - 30 marzo 2012 
Inaugurazione: 18 gennaio, ore 17 
Orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 10-17 (ultimo ingresso ore 16); sabato e domenica 10-18 (ultimo ingresso ore 17); lunedì chiuso

"Donne del sud del mondo, cuore di imprese, integrazione ed economia solidale", la mostra che per tre mesi accompagnerà genovesi e turisti alla scoperta di un mondo “al femminile” fatto di storie ed esperienze di integrazione, imprenditorialità e solidarietà. 
Fil rouge la donna promotrice di uno sviluppo sostenibile, sociale ed economico nel nostro paese e nei paesi d’origine.

Selezione manuale delle spezie

I NUMERI DELLA MOSTRA

Sono oltre 10.000 le donne del commercio equosolidale protagoniste di questa mostra, la prima in Italia dedicata al fair trade ad essere ospitata in uno contesto museale così appropriato. 
3 continenti - Africa, Asia e Sudamerica, 1 focus sull’Italia, un percorso guidato, suddiviso in 5 sezioni, attraverso oltre 40 fotografie, filmati, video interviste e oggetti tradizionali
Attività didattiche per la scuola e un fitto programma di eventi – laboratori per i giovani visitatori, corsi di cucina e una rassegna cinematografica – arricchiranno e completeranno questa esposizione.

Kenya

IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale e si fonda su una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione, dai produttori ai consumatori. Il Commercio Equo e Solidale promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. Anche nell’attuale congiuntura di crisi si sta confermando il valore di un sistema economico virtuoso, che da quasi trent’anni genera sviluppo economico dei produttori svantaggiati con un impatto positivo sul miglioramento delle condizioni di vita presso le comunità di origine.

Womeneconomics: il lavoro femminile traina l’economia globale, lo dicono le teorie economiche e lo raccontano i fatti. Le donne inventano “imprese” che modificano vite e contesti sociali. Secondo la Fair Trade Federation le donne sono infatti fra il 70 e l’80% dei lavoratori artigianali ed il commercio equo e solidale le sostiene nel percorso di emancipazione, valorizzandone il potenziale imprenditoriale e l’esperienza nelle tecniche tradizionali.

CONTENUTI DELLA MOSTRA Da Asia, Africa e America latina storie di donne che hanno rovesciato le regole del mercato. In parallelo, in Italia, donne emigrate che hanno superato la diffidenza e sono esempio di integrazione. Tante esperienze di commercio equo solidale e imprenditorialità raccontate attraverso i volti e le storie delle loro protagoniste.

Nella prima sezione, dedicata all’ITALIA, 6 video interviste, 6 esperienze personali in cui il lavoro in proprio ha rappresentato un percorso efficace di integrazione sociale ed economica. Marocco, Eritrea, Senegal, Ghana, Egitto, i paesi di provenienza di queste donne che hanno rovesciato le regole di una società che vorrebbe confinarle spesso ai margini.

Marocco India

Nella seconda sezione, dedicata all’AFRICA, 2 i focus, 2 le esperienze di agricoltura equo solidale portate avanti dalle donne di Taliouine (Marocco) e di Meru Herbs (Kenya). 
Taliouine è una piccola cooperativa situata in un’area povera e isolata ma, grazie al sostegno di alcune ONG, è riuscita a implementare la produzione dello zafferano – l’oro rosso del Marocco – e a superare i confini e le logiche del souk – mercato locale, raggiungendo anche il mercato nazionale ed estero. 
Camomilla, carcadè e confetture di frutta esotica sono invece alcuni dei prodotti alimentari confezionati dalle donne di Meru Herbs, un’organizzazione nata attorno ad un progetto idrico che ha portato acqua e lavoro a oltre 4.000 persone del Kenya centrale e che ha permesso alla comunità di superare l’agricoltura di sussistenza.

Sete, sari, ricami, saponi con i loro colori e profumi nella terza sezione dedicata all’ASIA, protagoniste le donne del Progetto Sasha (India) e di AOWA - Association of Women’s Action for Training and Rehabilitation (Palestina). 
SASHA è un organizzazione che coinvolge 5.000 artigiane nella regione del West Bengala in India. Fondata nel 1978, produce ed esporta, attraverso il commercio equo, prodotti tessili e spezie. 
AOWA nasce nel 1994 da un gruppo di attiviste palestinesi. Oggi le socie sono 1.400 e dal 2000 realizzano e commercializzano una serie di prodotti tra cui il timo, il miele, i tessuti ricamati a mano e il sapone a base di olio di oliva. Quest’ultimo viene prodotto sia per uso e consumo della comunità sia per l’export nazionale ed internazionale.

India

Ceramiche e filati nella produzione delle artigiane di ALLPA (Perù) e di AJ Quen (Guatemala) nella quarta sezione dedicata all’AMERICA LATINA
Entrambi i progetti sono nati per contrastare il lavoro minorile, la discriminazione di genere e garantire condizioni di lavoro dignitose. 
Innovazione e tradizione si fondono nella loro produzione di oggetti in ceramica chulucana del progetto Allpa che oggi coinvolge più di 500 donne, oltre 1.000 famiglie e si sviluppa in 100 laboratori artigianali dislocati su tutto il paese. 
AJ Quen riunisce invece gruppi di artigiane Maya, soprattutto vedove e ragazze madri, vittime delle violenze perpetrate in 35 anni di guerra civile. I prodotti sono realizzati a mano sui telai a cintura in uso fin dall’epoca precolombiana e riprendono i motivi dei capi indossati dalle donne dei villaggi guatemaltechi.

Palestina

TRE i documentari a conclusione di questo “viaggio” dedicato a tutte quelle donne capaci di creare delle filiere produttive più eque e, al tempo stesso, di tutelare il proprio patrimonio culturale. 
Bolivia, una rete tessuta dalle donne del fotogiornalista Aldo Pavan, un breve ed intenso documentario sulle donne boliviane che si sono affrancate dall’isolamento, dal machismo e dalla miseria. 
Yo Puedo, Yo Valgo, Yo Voy A Perder El Miedo realizzato da Syusy Blady, dedicato alle tessitrici di Aj Quen e Fair Tales di Nicola Moruzzi e Giovanni Pompili, prodotto da Altromercato, il viaggio di Kalhua, cantante spagnola di origine marocchina, attraverso il Mediterraneo alla ricerca di progetti di economia sostenibile e commercio equo.

MAGGIORI INFORMAZIONI   

Simbdea, società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici.

c/o Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Piazzetta Antonio Pasqualino 5 - 90133 Palermo

CF: 03251180406
e-mail: segreteria@simbdea.it

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