Incontro con l'Arciconfraternita del SS. Sacramento di Mussomeli (CL)
8 maggio 2015, Università di Firenze: note di riflessione
a cura di Simbdea ICH
Il corso di Antropologia del Patrimonio Culturale dell’Università di Firenze tenuto da Emanuela Rossi ha accolto l’8 maggio 2015 un incontro seminariale tra studenti e ricercatori antropologi con l'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Mussomeli ed il gruppo dei "lamentatori", portatori di una forma di canto polifonico, i lamenti, eseguiti durante i riti della Settimana Santa.
L’incontro con i lamentatori di Mussomeli è il frutto di un interessante processo partito nel 2013 dalla stessa Arciconfraternita che nell'epoca dei media e dei social network ha cercato sul web gli antropologi che si occupano di immateriale ed ha voluto fortemente dialogare con essi (Katia Ballacchino, Alessandra Broccolini). Ne è nato un dialogo tra Simbdea e comunità locale che ha portato alla candidatura dei “Lamenti” al REIS (Registro delle Eredità Immateriali della Regione Sicilia), ottenuta di recente e ad un seminario organizzato nell'ottobre del 2014 a Mussomeli che ha visto la presenza di un vasto pubblico locale e l'omaggio ad Elsa Guggino per il lavoro che fin dagli anni Settanta ha svolto sui Lamenti, che ha contribuito a sviluppare localmente una coscienza diffusa del valore di questo patrimonio.
L’incontro di Firenze ha messo in luce la forza di un processo che parte dalla comunità culturale e si muove in direzione della ricerca scientifica e della formazione. È stato emozionante ascoltare il gruppo di protagonisti della settimana santa mussomelese che ha creduto nel viaggio verso l’Università per rendere partecipi studiosi e studenti del loro canto, come un dono. Da Mussomeli, con gli abiti confraternali e le loro voci, i Lamentatori hanno accolto il nostro invito per dirci “abbiamo bisogno del vostro lavoro perché questo venga riconosciuto e ricordato, dentro e fuori della comunità”.
I corpi, gli sforzi, le voci hanno portato nel luogo della formazione la potenza di un patrimonio espressivo che ha tante dimensioni: una polifonia mediterranea che unisce estetiche rinascimentali e barocche nella memoria incorporata e nell’azione scenica, un condensato di storia viva dentro il mondo contemporaneo. Cos’è, come funziona e cosa significa oggi arciconfraternita? Quali legami con il mondo variegato e molteplice delle associazioni della società civile? L’intervento di Pietro Clemente ha gettato luce su alcuni di questi nessi. Il riferimento ai valori condivisi dalla comunità, ai testi sacri, al vangelo e al fondamentale contesto rituale della settimana santa, ha portato dritto al cuore dei processi culturali: espressione di una forte volontà di continuare nel futuro. Evocando il percorso storico della tradizione nel suo contesto (sociale, economico e culturale) Pippo Sorce ha espresso, per l’Arciconfraternita, la sua verità: il Lamento non può scomparire, è strumento di continuità, appartenenza e rinascita della comunità nel futuro, “il Lamento siamo noi, è la nostra cultura”.
Ma come si posiziona il ruolo del ricercatore, in questo contesto rinnovato di dialogo/collaborazione con i protagonisti del patrimonio immateriale?
Un ruolo che, evocando i lavori condotti nel tempo a Mussomeli da Elsa Guggino e da altri studiosi (in particolare Ignazio Macchiarella, Sergio Bonazinga e Ignazio Buttitta) che hanno lavorato sui Lamenti, costituisce il messaggio e la forza dell’incontro dell’8 maggio: l’occhio del ricercatore aiuta a scavare nel vissuto riconoscendo forze e fragilità, costruendo strumenti di emersione delle ragioni locali, di trasmissione della memoria e di consapevolezza dei processi storici, di comprensione dei contesti e delle funzioni sociali, di collegamento con i contesti internazionali e globali. Ma anche e forse soprattutto, di contributo alla consapevolezza del proprio valore. Come lavorare per il futuro del paese con le sue tradizioni? Come fare in modo che all’esterno venga riconosciuto il valore del grande lavoro che la società civile compie e che le tradizioni culturali incarnano? L’incontro ha mostrato la cogente attualità del patrimonio immateriale come fondamento della vita d’intere comunità nel mondo contemporaneo. È interessante anche il fatto che sia stato il web (luogo della libera ricerca) lo strumento che ha portato la comunità verso gli antropologi e quindi Simbdea, Ong accreditata UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Forse la buona memoria degli studi ha costituito lo stimolo per riconoscere il valore del lavoro comune che comunità e studiosi possono fare insieme per favorire la trasmissione culturale (in un processo di costante complessa trasformazione, non privo di rischi, crisi, tentazioni) accompagnando i processi di mutamento e valorizzazione con attenzione e rispetto delle istanze locali.
In riferimento ad altri terreni in corso in Italia, può forse essere significativo per certi versi connettere Mussomeli in Sicilia con Cocullo in Abruzzo: qui la comunità sta lavorando ad un piano di salvaguardia della festa di San Domenico Abate e rito dei separi, “con l’aiuto dei ricercatori”, (come si è espresso il sindaco in occasione della firma del protocollo di intesa del 22 aprile 2015). Anche in questo contesto la memoria locale fa costante riferimento allo studioso Alfonso M. di Nola, arrivato alcuni decenni fa a portare con il suo lavoro una testimonianza del valore del rito come espressione di una comunità umana in movimento nella storia. Conoscere, valorizzare, ricordare, condividere e progettare: cinque parole chiave per guardare insieme ai patrimoni del futuro. Ci auguriamo che questo possa essere solo il primo di una serie di incontri che porteranno le comunità degli studenti e degli insegnanti-ricercatori in viaggio attraverso l’Italia delle diverse espressioni e patrimoni culturali. L’iniziativa di Firenze, collegata ad un primo seminario pensato in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici e diversi studiosi che doveva aver luogo nella Facoltà di Lettere dell’Università di Roma “Sapienza” il giorno 7 Maggio (purtroppo annullato per via dell'incendio che si è verificato all'aereoporto di Roma Fiumicino, che ha impedito ai Lamentatori di arrivare in tempo) si iscrive in una volontà di riflessione e ricerca attiva, partecipativa, fondata sull’incontro. Un ringraziamento sincero agli amici di Mussomeli che hanno contribuito a realizzare, con la loro presenza, un progetto condiviso.