Lettera aperta delle associazioni alla Ministra dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca On. Stefania Giannini
Onorevole Ministra,
più di un anno fa è stata approvata la Legge n. 107 di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, che ha introdotto numerose innovazioni nel mondo scolastico, tra cui quella relativa alla formazione degli insegnanti. Nello stesso tempo a febbraio 2016 sono state definite le nuove classi di concorso. Due passi importanti orientati a superare le criticità della formazione e del reclutamento degli insegnanti.
Da allora sono stati emanati decreti e regolamenti di attuazione della legge. Tuttavia non ci risulta che siano stati emanati decreti di attuazione relativamente “alla introduzione di un sistema unitario e coordinato che comprenda sia la formazione iniziale dei docenti sia le procedure per l'accesso alla professione”, come previsto dal comma 181 dell’ articolo 1 della legge.
La nuova normativa che prevede l’abolizione del TFA, sostituito da una obbligatoria formazione universitaria in alcuni settori disciplinari (antropologici, pedagogici e psicologici) prima di accedere al concorso e da una formazione integrata tra scuola e università a seguito del superamento del concorso, ci è subito apparsa una innovazione positiva per molti aspetti. Da un lato essa richiede ai candidati al concorso una minima formazione universitaria di base, su discipline trasversali utili all’insegnamento che può essere ottenuta anche lungo lo stesso percorso universitario. Questo evita che i laureati impegnino tempo e danaro in una formazione postuniversitaria che potrebbe non offrire nessuno sbocco lavorativo, come è avvenuto oggi con la frequenza al TFA. Inoltre la conclusione del TFA alimenta false speranze di assunzione nella scuola nei giovani e nelle loro famiglie, producendo tensioni e aspettative su una questione centrale per la società italiana come quella della disoccupazione giovanile. L’obiettivo della Buona scuola di eliminazione del precariato passa anche attraverso il superamento di questa modalità di accesso all’insegnamento, sostituita da una formazione in collaborazione tra scuola e università dopo il superamento del concorso, che consente ai vincitori anche un graduale ingresso nell’insegnamento.
Gli antropologi si sentono chiamati in causa da questa riforma e sono pronti a ogni forma di collaborazione con il MIUR per realizzare l’obiettivo della nuova formazione degli insegnanti, centrale nella legge 107.
Tra i numerosi campi conoscitivi che riguardano il sapere antropologico e che possono essere di utilità nella scuola ci sono quelli relativi alla comprensione dei caratteri interculturali e interreligiosi della società contemporanea, che devono essere centrali nella formazione insegnanti in una scuola sempre più plurale e multietnica dove è presente circa un milione di figli di immigrati. Inoltre è anche nella scuola che i giovani devono imparare a misurarsi con la differenza culturale e a valorizzare la diversità delle forme di vita, delle visioni del mondo e delle religioni, condizione indispensabile per l’affermarsi di una società inclusiva e capace di garantire a tutti i diritti di cittadinanza.
Nel rinnovare la disponibilità degli antropologi italiani a collaborare con il Ministero nelle forme che saranno ritenute più opportune, ci auguriamo che anche questo aspetto della legge possa trovare una rapida attuazione.
La ringraziamo dell'attenzione e Le inviamo i più cordiali saluti.
Prof. Cristina Papa, presidente ANUAC (Associazione Nazionale Universitaria degli Antropologi Culturali)
Prof. Alessandra Broccolini, presidente SIMBDEA (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici)
Prof. Mario Bolognari, presidente dell’AISEA (Associazione Italiana per le Scienze Etnoantropologiche)
Dott. Ivan Severi, presidente di ANPIA (Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia)
Prof. Fabio Mugnaini, responsabile del Coordinamento delle lauree magistrali in Antropologia ed Etnologia
Prof. Bruno Riccio, presidente della SIAA (Società Italiana Antropologia Applicata)
Prof. Tullio Seppilli, presidente della SIAM (Associazione Italiana Antropologia Medica)
Perugia, 15 novembre 2016