Claudio Rosati
Amico Museo. Per una museologia dell’accoglienza
a cura di
Alessandro Andreini, Pietro Clemente, Paolo De Simonis
Presentazione del volume
Mercoledì 22 giugno, ore 17.00
Pistoia, Palazzo Comunale, Sala Maggiore
Piazza Duomo, 1
Alla presenza dell’autore e dei curatori
intervengono:
Vito Lattanzi, direzione generale Musei del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Cristina De Benedictis, direttrice della Collana di Museologia e Museografia “Le Voci del Museo”, Edifir Firenze
Andrea Vanni Desideri, presidente dell'Associazione Musei Archeologici della Toscana
Introduce e coordina
Elena Testaferrata, direttrice musei comunali di Pistoia
Conclude
Samuele Bertinelli, Sindaco di Pistoia
Comunicato stampa
Nuovo e aperto, emozionante e ricco di valore: soprattutto amico.
Oggi forse il museo non lo si pensa così: ma sicuramente perché così debba essere ha pensato e lavorato l’autore. Come dirigente della Regione Toscana, istituzionalmente, e, in termini di volontariato, prestando servizio culturale presso musei di scala locale e associazioni museali nazionali: sempre all’insegna di una passione testimoniata con letizia e serietà.
Lo confermano chiaramente questi suoi scritti frutto di esperienze dirette e pratiche, ricchi di relazioni e generosamente distribuiti nel tempo per letteralmente ‘rispondere’ a occasioni e interlocutori diversi: adesso, per la prima volta qui riuniti, formano quasi un’autobiografia della persona e del settore costituendo insieme, come ogni storia di formazione, prezioso servizio ‘pubblico’di informazione e riflessione.
Le parole di Claudio Rosati trasmettono infatti una esperienza del museo e del patrimonio culturale sempre positiva e aperta alla comunicazione, all’accoglienza, alla partecipazione. Secondo una concezione che conviene ribadire proprio oggi, in un momento difficile per i musei: dopo almeno trent’anni di lavoro collettivo per dare ad essi l’immagine giusta di luoghi di conoscenza, di incontro e di meraviglia, il senso comune degli anni della crisi ha finito per far cadere di nuovo sui musei la cappa di piombo dell’antica immagine di luoghi polverosi e scuri, appartati e distanti dalla vita comune.
Le metafore della chiusura e della staticità tornano a far violenza al mondo dei musei. Questo avviene mentre questi subiscono la crisi, la perdita di finanziamenti e di attenzione da parte degli enti locali e dello Stato.
Ma il museo, soprattutto il museo etnografico (o demo-etno-antropologico) è oggi un luogo di resistenza e di resilienza, un luogo di immaginazione e di riscatto, presidio della diversità culturale, della memoria e dei saperi del territorio. È un luogo di uso dei nuovi linguaggi e di varie forme di comunicazione. Che cerca incontri con la gente, vecchi e nuovi visitatori possono trovarci accoglienza.
‘Museo amico’ quindi, semplificando. E in nome dell’amicizia hanno agito i curatori assumendosi, all’insaputa di Claudio, la responsabilità di scegliere quali fra i suoi tanti scritti dovessero andare a comporre questo volume: il dono comporta rischi ma ci è parso che questo dovesse essere “il sugo di tutta la storia”. Vogliate comunque bene “a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata” e, se invece in qualcosa abbiamo sbagliato, “credete che non s’è fatto apposta”.
I curatori