Fondazione Lelio e Lisli Basso-ISSOCO SIMBDEA - Società Italiana per la Museografia e i Beni DEA
Scuola di Specializzazione in Beni DEA Sapienza Università di Roma
Scuola di Specializzazione in Beni DEA delle Università di Perugia, Siena, Firenze, Milano Bicocca, Torino
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Presentare Patrimoni
a cura di A. Broccolini e di A. Simonicca
VIII Seminario di Studi e Formazione sul Patrimonio Culturale
Anno Accademico 2016-2017
SECONDO INCONTRO mercoledì 1 marzo 2017 | ore 16:00
Fondazione Lelio e Lisli Basso | Via della Dogana Vecchia 5, Roma
L’effimero tra arte e antropologia
introduce
Alessandra Broccolini - antropologa, presidente SIMBDEA (Sapienza, Roma)
discutono
Pietro Clemente - antropologo, presidente onorario SIMBDEA Francesca Gallo - storica dell’arte contemporanea (Sapienza, Roma)
Giovanni Pizza - antropologo, direttore Scuola di Specializzazione Beni DEA (Università di Perugia)
conclude
Alessandro Simonicca - antropologo, direttore Scuola di Specializzazione Beni DEA (Sapienza, Roma)
Il seminario discuterà temi comuni ad arte e antropologia relativi al dispositivo dell’esposizione temporanea e delle mostre, dalle installazioni allo spettacolo e al rito collettivo, sulla scia degli atti della Giornata di Studi dedicata all’Effimero, svoltasi presso la Scuola di Specializzazione in Beni DEA - Sapienza Università di Roma, il 22 gennaio 2015 (F. Gallo, A. Simonicca, Effimero. Il dispositivo espositivo, tra arte e antropologia. Casi di studio e prospettive di riflessione nel Novecento, Roma, 2016). Il tema dell’effimero è legato nel dibattito di fine Novecento alle estati romane degli anni ’70, col sindaco Argan e l’assessore Renato Nicolini. Mostre, musica, eventi entrano nella cultura di massa opponendosi ai Musei, come alternative di una cultura popolare e più diffusa che radunasse intorno alla cultura turisti e cittadini. Per anni il dibattito tra permanente ed effimero ha segnato la cultura italiana.
La cultura dell’effimero fu anche interpretata dalla nascita della rivista FMR (di Franco Maria Ricci, da leggersi alla francese Ephémère). Negli anni ’70 le mostre dilagano, fino alla battuta di Carlo
Muscetta: “Il sonno delle Regioni produce mostre” (giocando su “Il sonno della ragione produce mostri”, opera di Francisco Goya). Negli anni 2000 la cultura si unisce contro le mostre blockbuster, forma quasi industriale di circuitazione dell’arte che produce code e incassa soldi, ma non lascia indotto nelle città.
Le nuove riflessioni sul museo segnano la definitiva conciliazione tra mostre e musei, le mostre diventano strumenti utili ai musei per mobilitare le collezioni, per far tornare i visitatori, un’interfaccia più dialogante e amichevole, che rende il museo dinamico e dà nuovo ruolo alla figura del curatore oltre quella del conservatore. Oggi l’effimero è una forma della comunicazione, che dialoga anche con la nozione di immateriale, più che una cultura che si oppone al mondo del patrimonio permanente, e come tale si offre a nuove discussioni.
“Le due prospettive, l’indice e la potenza, sono compresenti e costituiscono la forma micidiale dell’effimero” (A. Simonicca, L’effimero tra traduzione e curatorialità, pag. 24)
“Le esposizioni temporanee sono uno dei fenomeni artistici più invadenti degli ultimi decenni, il cui sviluppo ha riverberato nuove attitudini perfino sulla storia dell’arte come disciplina accademica…” (F. Gallo, Lo studio delle mostre d’arte contemporanea: approcci e problemi, dall’effimero al permanente, pag. 29)