Il museo di Parrocchiale di Parghelia nasce dall’esigenza e dalla necessità di tutelare e conservare il patrimonio delle Parrocchie di Parghelia
In particolare gli ex-voto per gli scampati naufragi, unici nel panorama del patrimonio delle diocesi calabresi.
Nell’anno 2006, la Parrocchia di Sant'Andrea Apostolo in collaborazione con l’Amministrazione comunale dell'epoca ha costituito il Museo nel locale retrostante la sagrestia del santuario di Maria SS di Portosalvo.
Dal novembre 2016 il museo si è dotato di uno statuto, di un consiglio di amministrazione e di un logo.
Si tratta di un museo parrocchiale che ha il suo nucleo principale di reperti in oggetti sacri ma per la particolarità del Santuario della Madonna di Portosalvo protettrice dei marinai in un paese in cui il 70 % degli uomini era dedicato da sempre ad attività collegate al mare ed alla navigazione.
Raccoglie ed espone reperti di interesse anche demo antropologico come una collezione di foto delle processioni nel secolo scorso nelle rovine del paese post terremoto dell’8 settembre 1905 e prima della ricostruzione dello stesso e gli argenti ed i paramenti sacri donati dagli equipaggi dei velieri di Parghelia che commerciavano con il resto dell’Italia, ma anche con l’Europa, nel ‘700 ed ‘800.
Ma soprattutto una serie degli ex voto per scampato naufragio dedicati alla Madonna di Portosalvo, che ricopre un periodo che va dal 1840 agli anni 1950. Le località geografiche riportate nelle tele a proposito dei naufragi e delle tempeste (Madera, Liverpool, golfo di Guascogna o di Biscaglia, Irlanda, Capo Horn) sono testimonianza “dell’ampissimo raggio su cui si dispiegava l’intrapresa mercantile dei negozianti di Parghelia”, viaggiando spesso su imbarcazioni proprie e da loro stessi capitanate.
Non bisogna dimenticare che era di Parghelia Andrea Mazzitelli “Capitano di altura” (l’insegnator del nautico vangelo, come lo definisce Vincenzo Monti) autore del “Corso teorico pratico di nautica posto in un novello facilissimo metodo” edito da Ramondi nel 1795 a Napoli, primo manuale di tecnica della navigazione scritto in lingua italiana) di cui sono esposte le riproduzioni di alcune tavole nel Museo.
Si tratta di 8 quadri olio su tela, uno olio su lamiera, 2 drappi in seta ricamati, un modello di nave in legno, fine secolo XIX e due foto
L’ultimo di questi ex voto per scampato naufragio è un’immagine fotografica della turbonave Andrea Doria che affonda nelle acque vicine a New York il 25 luglio del 1956 e riporta la firma di 6 marinai parghelioti scampati al naufragio.
Sul lato accanto alla porta che conduce al piano superiore è esposta un'altra collezione, molto interessante e curiosa, composta dai manufatti e oggetti riportati a casa dai marittimi i e donati in comodato al museo. La raccolta di questi oggetti testimonia il lungo legame del paese con il mare che si protrae anche successivamente all’Ottocento e fino agli anni ’80 del secolo scorso. I marittimi di Parghelia viaggiavano in tutto il mondo soprattutto sulle navi della società Italia navigazione
Vi sono soprattutto soprattutto souvenir provenienti da tutto il mondo: vasi cinesi e servizi di caffè e te cinesi e giapponesi, carillon e quadri provenienti sempre dal Giappone; insieme con oggetti originari da altri paesi europei: riproduzioni di vasi greci antichi, ceramiche inglesi, artistiche bottiglie di liquore provenienti dalla Spagna.
Completano queste collezioni i vassoi brasiliani realizzati con ali di farfalle, le statuette lignee provenienti dall’Africa e dai Caraibi e gli alligatori impagliati della Florida e latte originariamente contenente caffè e cioccolate sempre proveniente dagli USA
Tutti questi oggetti “esotici” erano, e lo sono ancora, presenti in tutte le case di Parghelia, portati dai marittimi come le coperte di lana dall’Argentina, che venivano chiamate “frezzate” storpiando la parola argentina “fresata”, e biancheria per il corredo delle figlie acquistata anche in USA e infine camicie a quadri in flanella e blu jeans che negli anni ’50 e ‘60 erano comunemente usati a Parghelia e sconosciuti ai vicini centri del territorio.
Completano l’esposizione museale alcuni oggetti non collegati alla navigazione ma ad altre attività lavorative del paese che alcuni cittadini hanno voluto comunque regalare al museo nel periodo in cui si sono acquisiti gli oggetti di cui sopra. Si tratta di una carriola di legno in uso alla cava di caolino, una nassa, ceste per il trasporto della cipolla rossa di Tropea che qui si produceva e si produce, etc.