Abbiamo appreso con sconcerto dai giornali la notizia della rimozione di Giovanni Kezich dall’incarico di Direttore Scientifico del Museo degli usi e costumi della gente trentina di S. Michele all’Adige. La vicenda, le cui motivazioni non ci sono note, ha colto di sorpresa la comunità antropologica italiana e ci appare grave, innanzitutto per il fatto in sé, perché Giovanni Kezich ha ricoperto l’incarico di Direttore Scientifico per 30 anni facendo vivere il museo oltre che con le attività legate all’opera di conservazione etnografica di Giuseppe Sebesta fondatore del museo, anche con le numerose iniziative promosse attraverso il museo tra le quali ricordiamo le attività del Seminario Permanente di Etnografia Alpina, la riscoperta e la valorizzazione dell’opera del linguista svizzero Paul Scheuermeier, la ricerca sul grafitismo pastorale in Val di Fiemme e infine l’importante progetto europeo di respiro internazionale sui carnevali europei “Carnival King of Europe”, che nel 2017 ha vinto il Premio dell’Unione Europea per i Beni Culturali/Europa Nostra Awards attribuito dalla Commissione Europea.
Giovanni Kezich è un antropologo italiano al quale la comunità antropologica italiana deve molto nel campo della museografia antropologica, dei patrimoni culturali e della ricerca etnografica in area alpina e riteniamo che avrebbe potuto continuare a ricoprire l’incarico di direttore scientifico del museo e portare beneficio alla comunità scientifica e locale con il lavoro infaticabile di documentazione e ricerca sui patrimoni materiali e immateriali nell’arco alpino, che ha svolto negli anni insieme ad Antonella Mott. Ancora più grave tuttavia, è aver lasciato privo di una direzione scientifica un museo che è stato fondativo della museografia antropologica italiana e antesignano nonché modello per molti musei etnografici sorti successivamente.
I musei etnografici, e in particolar modo un museo storico come quello di S. Michele all’Adige, non sono solo luoghi di conservazione dei patrimoni materiali che vivono a testimonianza di pratiche e forme di vita culturali delle genti che hanno abitato i territori dei quali raccontano la memoria culturale, ma sono importanti presidi territoriali, ai quali è affidato il compito di farsi anche attivi promotori di iniziative che documentino le pratiche culturali ed i patrimoni etnografici contemporanei. Per questa ragione riteniamo di fondamentale importanza che un museo della portata culturale del Museo di S. Michele all’Adige sia diretto scientificamente da una figura competente sul piano antropologico, che possa intercettare i bisogni, le aspettative, le progettualità e le molte comunità locali, territoriali e non, che nel museo possono rappresentarsi e riconoscersi.
14 maggio 2021