"I musei sono presepi e luoghi del culto degli antenati. Per un Natale al museo"
Auguri da Simbdea da parte del Presidente Pietro Clemente
I musei sono presepi e luoghi del culto degli antenati. Per un Natale al museoPietro Clemente, Presidente SIMBDEA
Per i demoetnoantropologi il Natale è sempre stato legato alle personificazioni folkloriche, conteso tra Nonno Gelo, San Nicola, Babbo Natale, i morti che tornano e portano i doni di cui scrisse Giuseppe Pitrè. Sentiamo il Natale come una festa del ciclo dell’anno, dell’inverno , dei morti, dei doni, dei bambini che vivono il segreto del mitico donatore, più che come una festa cristiana. E tuttavia qualche volta il richiamo al mondo pagano diventa una sorta di elogio del consumismo. In un saggio di molti anni fa Claude Lévi Strauss, uno dei grandi maestri morto pochi mesi fa a quasi 101 anni, al quale va il nostro ricordo, vide Babbo Natale che porta i doni come un inconfessato sacrificio degli adulti ai morti, che prosegue pratiche delle religioni arcaiche. Daniel Miller ci ha insegnato a riconoscere anche nello shopping delle pratiche sacrificali. Ma il Natale dei babbi natale conserva un nucleo incoerente e indigeribile al mondo mercantile , che pure lo usa per vendere, resta ancora un incredibile luogo di passaggio dell’età bambina.
Ma il mito di un bambino che nasce in una stalla, il cui destino è morire per salvare altri, ha introdotto nel tempo dell’Occidente un dolore che ritorna, una perturbazione che non si lascia ridurre al mondo dei regali, e che chiede attenzione. In nome di quel bambino possiamo dedicare il nostro augurio e il nostro pensiero ai bambini de L’Aquila e alle loro notti sotto zero, ai bambini migranti che nascono in Italia coperti dalle liti dei politici, da quelli della Lega Nord in particolare che in questi giorni sono particolarmente brutti e cattivi perché discutendo di cittadinanza degli immigrati la considerano un mito e un libro dei sogni. A quel libro dei sogni vorremmo poter arrivare , non foss’altro per continuare a pensare i bambini dei mondi poveri morti nel terremoto,e per non dimenticare la donna venuta dall’Africa che oggi ha trovato la morte dopo una lunga lotta contro le ustioni riportate nella tragedia ferroviaria di Viareggio. Ultima di altri morti sia a Viareggio che in tanti luoghi della vita e del lavoro dentro il nostro paese di cui sono parte.
Il Natale è una festa familiare per cristiani e laici, in Italia essa ha nel presepio una sorta di ‘museo’ familiare e domestico dell’evento che viene ricordato. Un evento di nascita.
All’evento di una nascita, vogliamo dedicare il nostro augurio, alla fine di un anno difficile per i musei, per il patrimonio, per i profili professionali DEA che abbiamo difeso e riaffermato nel Ministero dei beni culturali, la nascita è una immagine della speranza che non accetta di spegnersi. Nonostante gli esiti dell’incontro mondiale sul clima, e l’oscurità della stagione che viviamo dimentica della fratellanza che fu del cristianesimo ma anche della rivoluzione francese. Per quel mito bambino nato 2009 anni fa in un stalla ci accostiamo in un saluto ai mille bambini nel mondo nati al freddo o al caldo opprimente, nelle stalle, o al fianco dei cassonetti, nelle roulotte, in questi giorni . Ma anche per i nostri figli e nipoti nati nel benessere ma dentro un mondo iniquo dobbiamo far vivere la speranza. I miti sono grandi forze ideali che producono futuro.
I nostri musei sono ‘presepi’ nel senso che hanno recinti, interni, percorsi dove vive la memoria, l’immaginazione, la differenza. I nostri musei sono anche luoghi degli antenati come nella tradizione non cristiana del culto autunnale dei morti. Mescolando le grandi tradizioni del Natale ci facciamo piccoli come bambini, e vecchi come nonni, piccoli come Gesù Bambino e vecchi come Babbo Natale per accogliere nei nostri musei la speranza di un nuovo inizio, il gusto dell’ascolto, l’iniziazione a un mondo nuovo, ma anche la memoria degli antenati e la saggezza dello ‘sguardo da lontano’ che misura il tempo lungo delle civiltà.