Messina, 16 ottobre 2009
IlCorso di laurea da me coordinato ha da anni investito nella formazione difigure professionali capaci di operare nel campo della comunicazione relativaai beni culturali e al turismo, strutturando, tra l'altro, uno specifico corso,a forte vocazione antropologica, in sedi (come ad esempio, quella di di Noto)particolarmente interessate a politiche di sviluppo locale centrate sullavalorizzazione del patrimonio culturale e, quindi, sull'heritage tourism.Nella nostra offerta didattica, oltre ad un Dottorato di ricerca decisamenteinteressato alle tematiche dell'Antropologia del patrimonio, sono previstianche un Master (di I livello) volto alla formazione di figure professionalicapaci di muoversi nel mercato del lavoro connesso con la fruizione, promozionee valorizzazione dei beni culturali attraverso un know how, diimpostazione antropologico-politica, solido e innovativo rispetto a piùtradizionali sistemi di competenze. La ventilata scomparsa del profilo di “demoetnoantropologo” e la suadiluizione nella figura dello “storico dell'arte” non possono che creare unserio allarme e un forte sentimento di delusione in chi da anni, con scrupolo eimpegno, ha investito le proprie energie nella costruzione e nellarealizzazione di percorsi formativi capaci di ampliare e rinnovare il mercatodel lavoro nel settore dei beni culturali; e non possono che indurre un sensodi scoramento anche nei molti giovani che in simile offerta hanno creduto.
Infine,nell'ottica di una seria collaborazione tra istituzioni dello Stato che operanoper il bene pubblico e a partire da unpercorso di ricerca più che decennale sulle tematiche del patrimonio culturale– che un certo riscontro ha avuto negli scenari accademici nazionali einternazionali - mi consetirà, spero, disottolineare come la logica che sembra soggiacere alla suddetteriorganizzazioni categoriali – se non espressione di puri interessi lobbistici– parrebbe far riferimento a concezioni, approcci e schemi concettuali desueti,lontani da quelli da tempo operanti in altri contesti politico-intellettuali e,dunque, poco adatti – se assunti con attitudine rigida e non dialogica - a promuovere politiche della cultura innovative,capaci di aperare con rinnovata efficacia nei nuovi scenari del mercatomondiale.
Certidi un suo sensibile ascolto e disponibili ad ogni forma di dialogo e diconfronto, Le porgiamo distinti saluti
Berardino Palumbo
Professore ordinario di AntropologiaSociale e del Patrimonio
Coordinatore del Corso di Laurea inScienze della Comunicazione
Università degliStudi di Messina
Facoltà di Scienzedella Formazione
Via Concezione n. 6 – 98122 Messina