M. Frédéric Mitterand
Ministro della Cultura
Parigi
Signor Ministro,
con questa lettera intendiamo esprimerle tutta la nostra preoccupazione di museologi e di antropologi italiani, e delle associazioni che li rappresentano per il destino del Musée des Arts et Traditions Populaires di Parigi e per il progetto della sua dislocazione a Marsiglia come Musée de l’Europe et de la Mediterranée con una nuova missione e un progetto di ricerca per l’esposizione molto innovativo. Il progetto di una nuova missione a partire dal 2000 ha coinvolto museologi e ricercatori di molti paesi europei e ha coinciso con la creazione di un Comitato scientifico internazionale, in cui c’è anche una significativa componente italiana, che ha attivato uno scambio virtuoso di conoscenze ed esperienze molto importante che non aveva precedenti. Perciò anche noi italiani ci sentiamo legati alla missione del Museo che deve rinascere a Marsiglia.
Solo qualche anno fa era nata una rete dei Musei d’Europa che riuniva esperienze in atto o in progetto in Francia, Belgio, Germania, Italia che aveva nel progetto di Museo dell’Europa e del Mediterraneo di Marsiglia non solo uno dei suoi punti di forza, ma anche il progetto in più avanzata realizzazione, mentre tutti gli altri o sono decaduti o vivono grandi difficoltà. Crediamo nello spirito europeo che ha animato il progetto e ci dispiacerebbe che venisse meno questa nuova prospettiva di cittadinanza che il MUCEM ha incarnato e in cui – come italiani e europei, ugualmente aperti al Mediterraneo – venisse meno.
La creazione di una “Associazione di prefigurazione” con un suo direttore oggettivamente sottrae alla equipe del MNATP e del MUCEM e allo stesso Comitato scientifico internazionale scelte di ricerca e di esposizione e rischia di annullare l’accumulo di ricerca e progettazione museografica realizzato con le grandi mostre di Marsiglia degli ultimi anni. Si intuisce un cambiamento di direzione totale che ci da un grandissimo dispiacere e suscita in tutti noi gravi preoccupazioni.
Da un lato gli antropologi italiani che per decenni hanno guardato alla Francia come paese dotato di una cultura antropologica di riferimento sono desolati che i grandi musei nazionali etnologici e di cultura popolare e i loro progetti vengano smantellati (dopo il Musée de l'Homme anche il MNATP), dall’altro i museologi italiani di tutti i settori vedono minacciato un tipo di museografia che ci era apparsa adeguata alle domande del nuovo millennio, una museografia non retorica, legata alla ricerca, dinamica e capace di connettere territori e discipline, oltre le ‘piccole patrie’, e fortemente collaborativa tra varie esperienze europee.
In questi anni abbiamo avuto molti scambi di esperienza e di saperi in Italia con l'equipe del MUCEM e ritenevamo il loro approccio critico e attualizzante al museo, come una delle metodologie utili a costruire musei aperti alla comprensione dei processi del mondo globale, e luoghi di formazione delle generazioni e della Europa degli scambi e non delle frontiere.
La nomina di un dirigente amministrativo a capo di un progetto culturale ci fa temere una totale esclusione dei produttori di ricerca e di conoscenza dall’allestimento del museo a favore di un possibile uso politico e di rappresentanza.
Anche i modi della nomina del nuovo dirigente non ci sembrano degni di politiche di collaborazione e di consultazione, ma vengono dall’alto e fanno violenza a comunità di studi ben consolidate che dovrebbero essere occasione di vanto per la cultura francese.
Siamo molto preoccupati anche dalle voci che circolano sulla totale chiusura della parte europea del museo, e siamo convinti che un museo del Mediterraneo senza profilo europeo rischi di ripetere la storia del colonialismo francese. Signor Ministro della cultura, per la sua nota attenzione al mondo culturale e anche per la sua importante esperienza italiana di direzione di Villa Medici, facciamo appello a Lei e alla sua sensibilità perché ci garantisca che l'importante esperienza, l'unica in atto di collaborazione museografica europea del MUCEM non sia affossata dalla nuova configurazione gestionale e possa ancora essere condivisa e giunga alla sua conclusione con l’apertura del Museo,
SIMBDEA
Il presidente, Pietro Clemente
Il Presidente, Daniele Jalla
Il presidente, Luisa Faldini
Il presidente, Marisa Dalai Emiliani