non è facile prevedere quale sarà il futuro dei nostri studi e dei nostri musei nell’attuale fermento sociale, culturale e politico del nostro paese che, nonostante i nostri sforzi e quelli di molta parte della società civile sembra ancora esitare a prendere direzioni decise nell’ambito delle politiche culturali e soprattutto quelle relative al nostro settore, ancora costretto a vedere i suoi “beni” spesso ridotti a poco più di una denominazione formale.
In questo quadro tutt’altro che foriero di ottimismo, tuttavia, è nostro dovere restare coesi, estendere le nostre reti di relazioni e stringersi intorno ai principi conoscitivi ed etici che orientano noi e il nostro Statuto, in modo che possano restare risorse a disposizione delle future generazioni. Tanto sarebbe, lo sappiamo bene, il bisogno di antropologia nell’attuale società italiana. È nostro dovere contribuire, costruire e mantenere delle ‘riserve’ di conoscenza, salvaguardare la nostra preziosa eredità di pensiero sociale e culturale critico applicato alla contemporaneità e rivolto verso il futuro e promuovere, ogni volta che ci è possibile, il nostro versante applicativo, in modo da continuare a rendere evidente la funzione sociale dei nostri studi e degli ‘oggetti’ materiali e immateriali che valorizziamo e contribuiamo a produrre attraverso attività di ricerca e analisi, ma anche musei, mostre e collezioni.
Nei mesi passati il direttivo si è impegnato a trovare occasioni di dialogo e collaborazione con le istituzioni, finalizzate alla possibile condivisione di obiettivi nell’ambito specifico della salvaguardia e valorizzazione dei saperi e delle ‘cose’ di interesse demoetnoantropologico. Non sono mancati i riscontri positivi sul fronte di entrambe, che testimoniano, pur nella criticità della situazione politica attuale, l’esistenza dell’intenzione di sviluppare (o in alcuni casi, ‘risolvere’) il sistema in questo senso e la valutazione positiva della nostra storia associativa. In particolare, come molti di voi sapranno, il Mibact ha recentemente affidato alla Simbdea l’incarico di realizzare un “report” sulla percezione, nel territorio italiano, dei principi e degli obiettivi della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (Unesco, 2003). E a questo proposito chiediamo la vostra collaborazione (chi non avesse ricevuto informazioni in proposito può scrivere a Pietro Clemente, a Valentina Zingari o a me e rimedieremo). Le informazioni che porteremo all’attenzione del Mibact possono contribuire alla valorizzazione di una delle dimensioni più importanti della ricerca antropologica sul patrimonio culturale e i musei: i loro significati e ‘usi’ contemporanei.
A prescindere da questa specifica istanza, la Simbdea si impegna a continuare a perseguire il dialogo con le istituzioni e con le altre organizzazioni della società civile (Icom-Italia e Conferenza permanente delle associazioni museali italiane in primis), per costruire sinergie capaci di dotarci di ulteriori strumenti utili a perseguire i nostri obiettivi statutari.
La prossima assemblea, che sarà il 5 aprile 2014 (Museo "Pigorini" di Roma), sarà un importante momento di rilancio per la nostra associazione e vi chiediamo quindi sin da ora di mettere in programma la vostra partecipazione. Nel corso dell’assemblea, procederemo a valutare l’opportunità di alcune modifiche di Statuto che, con l’introduzione della figura del Presidente Onorario inaugurano ufficialmente questa fase di doppia presidenza, che Pietro Clemente ci sta assicurando e cui già contribuisce sostanzialmente per amor nostro. Oltre a sottolineare ulteriormente l’importanza che gli antropologi assegnano alle dimensioni immateriali e la vitalità contemporanea inscindibili da quella tangibile degli oggetti-patrimonio dei nostri musei e collezioni, il nuovo Statuto dovrà anche permetterci di essere in grado di perseguire la direzione dell’accesso della nostra associazione (da sola o in rete con altre associazioni antropologiche o museali: prospettiva che non abbiamo abbandonato) alla lista delle associazioni professionali non ordinistiche.