Progetto Sportello delle Memorie a Pietralata
Per un archivio partecipato dove raccontare e ascoltare le storie del territorio
A cura di:
Associazione TiPiattIVi
Lo SPORTELLO DELLE MEMORIE vuol essere uno spazio adibito alla produzione e fruizione di narrazioni legate al territorio. Si immagina come un luogo aperto a chi è disponibile a raccontare biografie legate alla periferia romana, in particolare all’area Pietralata-Tiburtina. I racconti saranno stimolati e registrati da scienziati sociali che si impegneranno anche a formare gli abitanti della zona interessati a diventare, a loro volta, intervistatori.
L’obiettivo è creare un archivio digitale di fonti orali che sarà disponibile on site e on line per quanti – abitanti del quartiere, studenti, insegnanti, giornalisti, studiosi, progettisti, urbanisti, decisori politici, funzionari e soggetti del mondo produttivo – siano interessati a conoscere, attraverso le parole dei suoi protagonisti, le vicende passate e presenti del territorio. Pensato in collaborazione con il “Circolo Gianni Bosio”, il progetto intende porsi come esperienza pilota per la costruzione di una rete di “sportelli” attivi nelle varie periferie romane, sul modello delle esperienze dei musei diffusi e partecipati.
L’idea alla base di questo progetto è di promuovere una riflessione collettiva permanente sul territorio basata sulla conoscenza, sulla negoziazione e sulla valorizzazione delle memorie e delle identità locali, tanto degli abitanti “storici”, che dei nuovi cittadini, quali gli immigrati; rendere la storia e il vissuto delle periferie romane parte del patrimonio culturale della città di Roma.
I documenti prodotti saranno alla base di iniziative di vario genere come la realizzazione di mostre, dibattiti, pubblicazioni, proposte di governance, ricerche, progetti con le scuole. Questa riflessione sul territorio, assieme alla relativa conoscenza prodotta, potrà essere preziosa anche in vista degli importanti interventi urbanistici previsti nel territorio (SDO, Print). Come insegna la cronaca contemporanea (su tutte, le vicende della TAV), è buona pratica che si intervenga sul territorio solo dopo aver preso in considerazione le voci dei suoi abitanti.
La parola chiave è “ascoltare”, concetto e pratica alla base di buone pratiche nell’ambito di una società complessa come quella contemporanea. Giovani e meno giovani, immigrati più o meno recenti, assieme alle tante diversità sociali e culturali che compongono il territorio urbano, possono trasformarsi da problema a risorsa nel momento in cui si sostituisce la conoscenza reciproca allo stereotipo.
Il plurale è d’obbligo: le memorie. L’archivio, infatti, vuole diventare arena delle tante rappresentazioni che, in modo anche complesso e conflittuale, coesistono nel territorio, offrendo molteplici rappresentazioni dei medesimi spazi.