Premessa
a) Siamo promotori, insieme ad un gruppo di antropologi, del Museo “Gente di Ciociaria” di Arce (FR), che affronta il tema del mondo agro-silvo-pastorale prima del passaggio a quello moderno.
b) Valutiamo particolarmente importante il peso che oggi gli studi e le specializzazioni demo-etno-antro-pologiche rivestono nella conoscenza delle scienze umane.
c) Dichiariamo la nostra solidarietà agli studiosi di antropologia per il riconoscimento dei loro diritti.
d) Ci battiamo con loro affinché permanga il riconoscimento ufficiale del profilo professionale degli antropologi nell’ambito dei Beni culturali e che venga sempre più valorizzato
Nessuno può negare che un medico, che scientemente svolga attività di diagnosi e di ricerca, è utile alla società, perché diventa indicatore dei livelli della sua salute e contribuisce a conservarli e migliorarli.
Così un antropologo, che studia la storia (e le storie) soprattutto della gente comune, ma anche i vissuti e le acquisizioni culturali delle minoranze, dei ceti subalterni e le interrelazioni tra comunità anche molto diverse tra loro, è fondamentale perché analizza ed indica i livelli di civiltà della nostra nazione e si batte per conservarli e svilupparli.
Riconoscere la specificità del ruolo degli antropologi culturali e promuovere la loro attività deve essere considerato un bene formativo per la nostra società, quasi una specie di salutare medicina preventiva a favore del riconoscimento dei diritti universali delle genti e degli individui, contro le prevaricazioni che sempre più spesso compaiono nei nostri orizzonti. Le pubblicazioni, i dibattiti, la didattica, le mostre, i musei che essi promuovono sono preziosi elementi di informazione e formazione per la collettività.
Roma 1.11.2009
Ugo Iannazzi, architetto - Eugenio M. Beranger, archeologo